L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA DIAGNOSI

“Una domanda che spesso si sente in ambulatorio è proprio questa: ma il piede piatto del mio bambino è da operare?
Oggi la chirurgia del piede piatto ha fatto grossi progressi ed in mani esperte è un intervento che può richiede solo 10 minuti.”

Tutti nasciamo con il piede piatto.

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A voler essere precisi, addirittura con una “inversione” della volta del piede che determina una convessità invece che una concavità.
Durante l’accrescimento pian piano, spontaneamente, per meccanismi fisiologici che noi chiamiamo “detorsioni” si forma una volta plantare.
Questo processo di detorsione che parte dalle prime settimane del concepimento riassume millenni di evoluzione.
Fino a concludersi attorno ai 12-14 anni.
Quando questo processo non avviene, ci troveremo di fronte alla permanenza del piattismo presente alla nascita e definiremo il piede come definitivamente piatto.

L’ontogenesi riassume la filogenesi

Questa premessa è d’obbligo perché ai fini del trattamento dovremo considerare che fino ai 12-14 anni non possiamo definire questo piede PIATTO.
Fino ai 5-6 anni possiamo considerare un eventuale piattismo come fisiologico, anche se il medico esperto può intuire se quel piede rimarrà definitivamente piatto o meno anche a questa età.
Dai 5 fino agli 8-9 anni dobbiamo considerare ancora possibile una evoluzione in miglioramento spontaneo, però possiamo aiutare il piede con un plantare personalizzato ricavato dall’impronta del piede e dall’analisi del cammino.
Dopo gli 8 anni, se permane un evidente piattismo, soprattutto se sintomatico, bisogna prendere in considerazione l’intervento chirurgico.

Plantare per piede piatto
Pedana Baropodometrica

Piede piatto sintomatico, cos’è? Facciamo chiarezza. Quando si parla di piede doloroso può non trattarsi di un dolore chiaramente manifesto, ma di un dolore che insorge dopo una lunga camminata, di un dolore dopo lo sport, oppure di una pesantezza, faticabilità che il bambino avverte frequentemente.
Alla palpazione il medico ravvisa un dolore spesso localizzato internamente al piede o sotto la pianta.
Può essere riscontrato un certo accorciamento del Tendine di Achille e una difficolta a flettere il piede in alto.
Ci possiamo trovare di fronte un bambino un po’ in sovrappeso, con una certa resistenza a fare attività sportiva.
A volte può associarsi un ginocchio valgo o dei dolori alla rotula.

G: Dottore, ho sentito varie interpretazioni sia sulla definizione sia sul trattamento del piede piatto?

D: Possiamo definire piatto sia il piede in cui la volta plantare si è appiattita, sia il piede in cui il calcagno si è abbassato internamente appianando il piede anche se la volta non è appiattita. Definiremo il primo piede piatto valgo, il secondo calcaneo valgo.

Scelta della calzatura.

Fino agli 8 anni una scarpaadeguata rappresenta una scelta importante.
La scarpa dovrà caratterizzarsi da un contrafforte posteriore solido e magari da un plantare personalizzato.

Quando ricorrere all’intervento chirurgico.

Sintetizzando, direi che si può prendere in considerazione l’idea di dove affrontare un intervento chirurgico dopo gli 8 anni; quando ci troviamo di fronte ad un piede piatto grave oppure ad un piede piatto “sintomatico”.

Trattamenti chirurgici mini-invasivi

Una volta appurato che il nostro piccolo paziente necessita di intervento chirurgico si prospettano due ipotesi:

  1. Intervento con “endortesi” semplice.
  2. “endortesi” in associazione ad altri tempi chirurgici: ritenzione del tendine tibiale posteriore, allungamento del tendine d’Achille, osteotomie.

E’ necessario spiegare bene ai genitori in che cosa consiste l’intervento e i tempi post operatori, cercando così di tranquillizzare i genitori.
Nella mia carriera ho eseguito interventi che ripercorrono la storia della chiurgia del piede piatto.
Oggi la mia scelta ricade sull’ “endortesi” (vite conica in titanio) che, tra tutte le tecniche mi pare ad oggi molto vantaggiosa per il paziente.

Cosa comporta un intervento chirurgico per la correzione del piede piatto? 

Il paziente verrà ricoverato per una giornata, verrà fatta un’anestesia locale assistita da una blanda sedazione, in mani esperte, e la durata dell’intervento è di circa 10 min.

Dopo l’intervento si applica un tutore tipo Walker con possibilità di carico immediato se è stato eseguito un intervento di sola endortesi.

I tempi possono allungarsi a 30 gg se associamo altri aspetti chirurgici.

A questa prima fase seguirà un periodo di fisiochinesi terapia allo scopo di ottenere riduzione del gonfiore, mobilizzazione del piede e,soprattutto, rieducazione al cammino.

Non preoccupatevi mai se vedrete il vostro figlio camminare in maniera “anomala”, anche per mesi! E’ come se il ragazzo avesse un ”nuovo piede” e serve un adattamento dell’arto operato che richiede tempo.

E’ possibile operare contemporaneamente entrambi i piedi?

E’ sempre bene operare un piede alla volta.
In chirurgia del piede è ormai assodato scientificamente che iniziare a caricare il prima possibile è fondamentale per la ripresa e la guarigione. Il piede che non appoggia al suolo diventa frequentemente un piede che noi chiamiamo “ algodistrofico”, cioè doloroso, sofferente, impacciato…
Se operiamo entrambi i piedi sicuramente il ragazzo si troverà in una condizione dove il carico sarà quasi impossibile per molti giorni.
Inoltre il tempo chirurgico e di anestesia raddoppia.
A chi potrebbe obiettare che gli facciamo fare due anestesie io rispondo: le anestesie di oggi sono così “leggere” che verranno ben tollerate. Il rischio di un peggior risultato vale una piccola anestesia in più.
Capita spesso che i ragazzini che vanno a scuola si trovino ad operare un piede a Natale ed uno a Pasqua.

“prima e dopo l’intervento , passati 6 mesi…visione anteriore”

“prima e dopo l’intervento , passati 6 mesi…visione posteriore”

E’ possibile un intervento chirurgico dopo i tredici anni?

In territorio nazionale ed internazionale ci sono molti colleghi che operano piedi piatti anche a 16-18 anni con endortesi.
Anche io ho operato pazienti di questa età, quale è il rischio?
Diciamo che il primo è che la ortesi, essendo un piede a fine accrescimento, non avrà più un effetto “correttivo”.
Secondariamente, il piede ha ormai una struttura meno elastica, meno adattabile a spinte meccaniche esterne e il decorso post operatorio potrebbe essere più doloroso, fino al punto che la ortesi diventi intollerabile e debba essere rimossa.

Cosa succede se il piede piatto non viene operato?

Qui entriamo in un campo che si potrebbe definire “filosofico”.
Il grande capitolo del Piede Piatto dell’Adulto:
E’ esperienza comune quella di vedere persone adulte con piedi piatti anche gravi ma non dolorosi, che svolgono una vita normale, che fanno comuni attività sportive.
Così come può essere che diventi un piede piatto doloroso dell’adulto.
Saranno allora necessari interventi più importanti sull’osso e sulle articolazioni di cui parleremo in un prossimo capitolo.

E’ vero che il piede piatto abbia una influenza se contemporaneamente presente all’alluce valgo?

Si!! questo è un altro grande argomento di discussione nel mondo della chirurgia del piede.
E’ noto che il valgismo di calcagno induce la deformità in valgo dell’alluce.
Quindi è bene, se ci troviamo di fronte ad un alluce valgo con retropiede piatto correggere anche il retro.
Questo può essere fatto anche l’endortesi che viene usata nel piede piatto.
Bisogna solo avvisare il paziente che potrebbe non tollerare l’ ndortesi e doverla rimuovere dopo qualche mese.